L’ipotesi arriva da un team di ricercatori tedeschi che hanno mostrato delle immagini spaventose, felici o neutre a una sessanta di soggetti, fumatori e non, registrando la loro attività cerebrale. A un primo riscontro le risposte combaciavano Se interpellati anche solo dopo poche ora di astinenza, però, i tabagisti risultavano indifferenti alle figure traumatizzanti e l’attività registrata all’interno della loro amigdala (la parte del cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura) appariva molto più bassa. «Questa mancanza di paura è problematica – ha spiegato René Hurlemann, medico e docente al dipartimento di Psichiatria dell’Università di Bonn, fra gli autori dello studio – perché l’amigdala risulta ostacolata nello svolgere la sua naturale funzione. Il terrore, infatti, è un istinto arcaico che ci impedisce di fare cose pericolose, ma i fumatori sembrano essere interamente “assorbiti” dalla loro dipendenza e dunque meno ricettivi allo stimolo dell’amigdala».
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