Filastrocche, canzoncine, giochi in rima: le ultime ricerche scientifiche dimostrano che per i bambini,sono più di un passatempo. Rappresentano infatti uno stimolo che insegna a memorizzare in fretta le parole e quindi a parlare. L’osservazione scaturisce da un lavoro di Jenny Saffran ed Erik Thiessen, rispettivamente dell’università del Wisconsin e della Carnegie Mellon University, in Pennsylvania, negli Stati Uniti, incluso nel volume «The Neurosciences and Music – III, Disorders and plasticity» appena pubblicato in collaborazione con la New York Academy of Sciences, che riporta oltre 60 lavori scientifici che definiscono lo stato dell’arte nel campo «neuromusica».
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