“Secondo i nostri studi il 98% dei tentativi di suicidio sono riconducibili alla sfera affettiva: abbandoni e traumi. Abbiamo messo a punto un modello di terapia breve, chiamata psicoterapia dell’abbandono, sperimentata in un gruppo di pazienti borderline, che ha mostrato grandi vantaggi. E che può essere gestita anche da personale infermieristico”. A dirlo Antonio Andreoli, psichiatra e psicoanalista, docente all’Università di Ginevra, in occasione della tavola rotonda organizzata oggi all’ospedale San Carlo Borromeo di Milano per discutere delle nuove forme di malessere psichico e delle nuove terapie.
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