Trust This Book, un gioco sulla fiducia. Il resoconto

da | 25 Set, 2022 | Psicologia News

A Gennaio 2020, poco prima che iniziasse il primo lungo lockdown dovuto alla pandemia da Covid, avevo aderito ad un piccolo esperimento sociale legato ad un volumetto dal titolo “Trust This Book. Un gioco sulla fiducia” di Ecolojoy. Le istruzioni consistevano nel farlo passare di mano in mano a persone fra loro sconosciute, affinché ognuna di loro lasciasse impressa una sua personale concezione del tema “fiducia” attraverso parole, disegni o qualunque altra forma creativa per poi passarlo al giocatore successivo (un amico, un collega, un parente, ecc.) che doveva fare la stessa cosa e così via fino all’ultima pagina – 12 pagine per 12 giocatori – fino poi a riconsegnarlo al proprietario originario, cioè a me. Un gioco che sarebbe dovuto durare un mese e mezzo o al massimo due è invece durato due anni…ma il libro, ricco di riflessioni, è tornato!

Se siete curiosi di sapere che visione hanno dato del concetto di “fiducia” alcuni perfetti sconosciuti, vi invito a continuare a leggere.

IL POTERE DELL’INTENZIONE

Questo volumetto si presenta composto da una prima parte, in cui sono riportate le istruzioni per condurre il gioco in modo corretto e da una seconda parte, proposta graficamente come un quaderno, dodici pagine vuote per i giocatori su cui poter annotare le proprie riflessioni. L’idea di base era di creare un campo condiviso fra persone sconosciute le une alle altre che potesse risvegliare un senso di fiducia attivando un circolo virtuoso di emozioni positive. Come scritto nelle prime pagine “questo libro è un gioco che si basa sulla fiducia e si colloca a metà strada fra un esperimento sociale, un esercizio di creatività e l’intento di verificare un concetto di fisica moderna: la creazione di un campo di coerenza”. Un campo di coerenza è tale nel momento in cui gli elementi che lo compongono, in questo caso i giocatori, entrano in sintonia tra loro, in una sorta di risonanza vibrazionale sostenuta da una stessa intenzione e da uno stesso proposito, i cui effetti possono manifestarsi anche su un piano materiale. Qualunque espressione creativa era considerata ben accetta, frasi, domande, singole parole, disegni, fotografie, ritagli di giornale, ciò che si voleva ottenere era una collettiva evocazione della fiducia, una sorta di campo energetico orientato sulla fiducia che risuonasse con altri campi energetici sintonizzati sulla stessa frequenza.

Cos’è, dunque, la fiducia? Per motivi di privacy non ho riportato per intero le affermazioni lasciate dai giocatori ma alcuni estratti che spero possano sollecitare riflessioni nel lettore.

CONSIDERAZIONI SULLA FIDUCIA

Ho scelto di aprire il gioco con una frase di Epicuro che ho scritto sulla prima pagina, centrata sull’importanza che ha, per ciascuno di noi, percepire di poter contare sull’aiuto degli amici, anche se poi non li consultiamo e non usufruiamo della loro disponibilità, eppure sapere di non essere soli, poterci fidare della loro presenza e del loro sostegno in caso di bisogno ci permette di andare avanti nella vita a testa alta “non è tanto dell’aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno, quanto della fiducia che al bisogno ce ne potremo servire” (Epicuro).

Un’altra bellissima affermazione di M. è un invito ad aprire il cuore nelle situazioni che non conosciamo perfettamente, di cui ci sfuggono i dettagli perché fiducia è proprio questo, non un’analisi razionale e ponderata di ciò con cui ci confrontiamo ma un’intuizione del cuore che conosce attraverso il sentire, più potente di ogni ragionamento. Lasciarsi andare è un atto di fiducia verso noi e verso l’altro.

Sul tema della fiducia non poteva mancare un brano tratto dal Piccolo Principe e ringrazio A. per averlo riportato. Il tema dell’”addomesticarsi” l’un l’altro inteso come costruzione di legami, siano essi di amicizia o di amore (che poi anche nell’amicizia c’è una forma di amore) e la costruzione di legami e di fiducia reciproca aprono il bisogno l’uno dell’altro. Un bisogno che è nel riconoscersi importanti o, ancor di più, unici.

Fiducia, però, è anche rischio come ci ricorda V. riportando un brano tratto da un’opera di Lemony Snicket, pseudonimo dell’autore statunitense Daniel Handler. Aprirsi all’altro, lasciarsi andare privandosi di ogni scudo protettivo può lasciare i segni di una delusione o sofferenza, motivo per cui molte persone rinunciano a riporre fiducia nell’altro, rimanendo sole e chiuse in se stesse. È come rinunciare ad arrampicarsi su un albero – racconta Lemony Snicket – pur sapendo di poter godere di una vista straordinaria per non pungersi con una scheggia o non sporcarsi di resina.

Immediatamente dopo, però, G. ci ricorda che credere in qualcuno è un bisogno essenziale, non possiamo rinunciarci, ci conferisce il potere della trascendenza, della possibilità di andare oltre noi stessi. Per quanto sia una grande esposizione, è anche la nostra più grande forza.

Per S. la fiducia è “uno specchio che riflette la nostra anima che si fonde con un’altra”. Richiama il fondamentale lavoro di connessione con noi stessi e con la nostra profondità prima della possibilità di concedere fiducia all’altro. Soltanto una piena conoscenza e appropriazione di noi stessi ed un conseguente senso di integrità personale possono permetterci di aprirci all’altro in un atteggiamento di totale fiducia, trovando condivisione di valori, interessi, emozioni, per non rischiare di sentircene esclusi, invasi o, peggio ancora, distrutti.

Profonda è la riflessione di E. che ci porta nel campo dell’eterno conflitto tra ragione e sentimento “se la fiducia fosse raggiungibile, allora si tratterebbe di un processo di scelta, che implicherebbe un’analisi accurata e razionale della persona […]. Se invece la fiducia fosse “solo” un sentimento, in quanto tale non prevedrebbe una scelta, delle regole e nemmeno un giudizio. Un sentimento non è giusto o sbagliato, vero o falso, è e basta”. Forse ci basterà sapere che la scienza ci ha ormai portato prove inequivocabili del fatto che ragione e sentimento sono sempre interrelate, non esiste alcuna scelta che sia puramente razionale, anche quando ci illudiamo che sia così.

A. ci riporta nuovamente sul tema delle delusioni, inevitabili in qualche momento della vita, eppure, mai motivo di rinuncia all’altro, “sono i legami d’affetto e rispetto che rendono la mia vita piena ed è la fiducia reciproca a renderlo possibile”. Questa è la forza delle proprie risorse personali che non fanno mai sentire sconfitti nonostante le difficoltà della vita ma che rilanciano sempre verso nuove esperienze, soprattutto relazionali.

Serenità e pienezza sono termini ricorsi spesso nelle riflessioni lasciate dai partecipanti, anche in quella di F. per la quale “la fiducia ti permette di vivere una vita piena e serena”. In effetti, una vita può definirsi soddisfacente quando sentiamo di poterci cullare nella certezza della presenza dell’altro che ci ricorda il nostro senso di connessione gli uni agli altri.

Infine, l’impronta di Leopardi lasciata da A. che ci invita a fidarci dell’autenticità dell’altro, di chi non indossa maschere per compiacere e piacere ma di chi mette in pratica le proprie virtù finendo per essere amato per la sua onestà, “abbi fiducia in coloro che si sforzano di essere amati, dubita di quelli che cercano solo di sembrare amabili” (Giacomo Leopardi).

SPAZIO BIANCO

Sono rimaste in bianco le ultime due pagine, due giocatori in meno di quello che il gioco prevedrebbe o forse, mi piace pensare, uno spazio in bianco che vuol rappresentare il campo energetico di tutti i possibili incontri ancora da venire, aperto a tutte le forme di coerenza che io e i partecipanti a “Trust This Book. Un gioco sulla fiducia” avremo modo di costruire con l’altro nel prossimo futuro.

Ringrazio tutti coloro che hanno accettato di partecipare a questo gioco-esperimento per essersi esposti, aver aperto cuore e mente e, soprattutto, per essersi fidati di me!

Dott.ssa Cristina Lanza

Dott.ssa Cristina Lanza

Psicologa e Psicoterapeuta

Effettuo interventi di consulenza psicologica, sostegno e psicoterapia sia individuali che di coppia.
Sono iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio (prot. N. 11600 del 12.02.2004) e abilitata alla Psicoterapia

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