In questa recensione mi occuperò di un tema a me particolarmente caro, cioè il legame tra Arte e Psicologia. Molti pensano che questa connessione sia stata messa in luce per la prima volta da Freud, ma le cose non stanno esattamente così. Il padre della psicoanalisi fu certamente tra i pionieri in questo campo di studi, data anche la sua passione per l’archeologia e l’arte antica, tuttavia il legame inscindibile tra questi due aspetti dell’esperienza umana, quello estetico e quello psichico, è antico quanto l’uomo stesso e forse il primo a metterne in evidenza in maniera esplicita e quasi ossessiva l’importanza fu Leonardo da Vinci. In epoca moderna il primo accademico ad occuparsene a livello scientifico fu Gustav Fechner (1801-1887), psicologo, fisico e fisiologo tedesco di grande spessore. Fechner si occupava delle relazioni tra stimoli fisici ed esperienze psicologiche e ciò lo condusse ad esplorare il campo dell’arte (in quanto stimolo emotivamente complesso), gettando le basi della cosiddetta estetica sperimentale, una psicologia applicata al fenomeno artistico.
Sarebbe troppo lungo affrontare in questa sede la storia e le curiosità della psicologia dell’arte, per questo vi rimando ad altri miei contributi. Vorrei invece proporvi la lettura di un libro assolutamente affascinante e coinvolgente: “Anime e Volti. L’arte dalla psicologia alla psicoanalisi” di Flavio Caroli.
Questo autore noto al grande pubblico anche per le numerose partecipazioni a trasmissioni televisive di successo, ha scritto numerosi libri sul legame tra psicologia e arte e tutti i suoi lavori sono delle piccole perle di cultura che vi consiglio di leggere e di far leggere anche ai vostri ragazzi, visto che oggi sfortunatamente la storia dell’arte è insegnata poco e male nelle scuole.
Ma veniamo ad “Anime e Volti”. Ho scelto questo testo innanzi tutto perché copre quasi l’intera opera di Caroli, ripercorrendo temi trattati anche in altri saggi, senza tuttavia risultare ripetitivo. Se non avete voglia o tempo di leggere gli altri suoi lavori qui troverete un po’ di tutto. Inoltre in questo saggio più che in altri è ben spiegato al lettore come nell’arte occidentale la rappresentazione del corpo e soprattutto del volto – ma in parte è vero anche per gli ambienti e le scene, pensate a “Guernica” di Picasso – rimandi ad un “realismo introspettivo” dove l’espressione, il gesto, la piega del viso riflettono all’esterno la caratterizzazione psicologica del personaggio. Da Vinci, Caravaggio, Lotto, ma anche van Gogh, Picasso e molti altri grandi artisti hanno seguito questa linea, usando la rappresentazione estetica per descrivere tipologie di personalità, far emergere emozioni o tratti nascosti dei personaggi o ancora per narrare la storia di un singolo o lo sfondo emotivo di un’intera epoca. Non dirò di più, è un libro che dovete leggere perché vi riporterà piacevolmente alle vostre radici psicologiche e culturali.
Dott. Alessandro Rusticelli – Psicologo Psicoterapeuta
01 Aprile 2018
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