I libri sono sempre maestri di vita. Talvolta di più, talvolta di meno, lasciano sempre spunti su cui riflettere. E poi, ci sono libri che bucano la vita. Dopo la loro lettura, nulla può più essere uguale a prima. Uno di questi libri è L’Uomo In Cerca di Senso – Uno Psicologo Nei Lager di Viktor Frankl, un autentico compendio di lezioni di vita.
Viktor E. Frankl è lo Psichiatra, fondatore della Logopedia e dell’Analisi Esistenziale, che ha attraversato una delle esperienze più atroci della storia, l’internamento nei campi di concentramento. Chi più di lui avrebbe potuto sentirsi spezzato dalla vita? Chi più di lui avrebbe potuto odiare la vita e il genere umano?
Invece, non soltanto ne è uscito vivo ma attraverso la narrazione della sua esperienza ci ha lasciato alcune lezioni di vita che ci orientano verso il compito primario di ogni uomo: trovare un senso alla propria esistenza.
In questo articolo, troverai le singole lezioni di vita, toccanti come la narrazione di tutta la sua esperienza contenuta all’interno del suo libro. Leggile con calma, rifletti su ciascuna e chiediti come anche tu, nel corso delle tue sfide quotidiane, puoi metterle in pratica.
Cosa scoprirai:
- L’INASPETTATO
- TROVA UN SENSO IN QUELLO CHE FAI
- LA VITA VINCE, NONOSTANTE TUTTO
- LE DOMANDE COME BUSSOLA
- NIENTE E NESSUNO PUO’ TOGLIERCI LA LIBERTA’
- L’AMORE, IL PUNTO PIU’ ALTO
- LA PAROLA A VIKTOR FRANKL
- DOMANDE DI CONSAPEVOLEZZA
L’INASPETTATO
Viktor Frankl, in quanto ebreo, si ritrova a 37 anni a subire una delle esperienze più atroci per un essere umano. Un giorno di Settembre del 1942, infatti, viene prelevato dalla sua casa e deportato nei campi di concentramento, insieme alla sua famiglia.
Un giorno qualunque della sua vita. Pronto a svolgere la sua giornata secondo le sue abitudini, ha vissuto un evento di rottura che ha spezzato il corso della sua esistenza. Improvvisamente, si è ritrovato in un luogo a lui estraneo, separato dai suoi affetti più cari, sottoposto al freddo e alla denutrizione, costretto a lavorare senza sosta, a confrontarsi più volte con il rischio della morte. Paura, sofferenza, disperazione. Un concentrato di emozioni che, nonostante tutto, non lo hanno sopraffatto.
L’inaspettato è diventato esperienza da attraversare aggrappandosi alla vita e al senso che in essa si può sempre trovare.
TROVA UN SENSO IN QUELLO CHE FAI
Frankl racconta come una delle cose che lo hanno tenuto in vita nella realtà disumana dei lager, sia stato il desiderio di riscrivere un importante manoscritto che avrebbe dovuto vedere la luce come libro e che, invece, gli era stato sottratto durante uno dei tanti spostamenti a cui era stato sottoposto. Ogni volta che gli era possibile, ne riscriveva qualche frammento su piccoli foglietti di carta sottratti alle SS.
Un obiettivo chiaro e ben definito che dava senso ad ogni sua singola giornata, per quanto dura fosse. Il motivo per cui alzarsi ogni mattina e non soccombere alle torture fisiche e psicologiche. Un atteggiamento che riconosceva anche negli altri prigionieri che erano sopravvissuti. Da quelle brutalità, erano usciti vivi coloro che nutrivano uno scopo da perseguire una volta liberi, che fosse rivedere la propria famiglia, riprendere il proprio lavoro, fare un viaggio, coltivare una passione, realizzare un sogno.
Trovare un senso alla propria vita è considerato uno dei fattori di Benessere e Salute più importanti nella vita di una persona, come dimostrano le ricerche sui centenari di Okinawa e quelle della ricercatrice Carol Ryff. Non esiste un senso unico per tutti, ognuno deve riuscire a trovare il proprio, sentirlo, appropriarsene e agire in conformità con esso. Anche quando il mondo sembra crollare e la sofferenza annientarci. Nietzsche diceva “chi trova un perché nel vivere, può sopportare qualsiasi come”.
LA VITA VINCE, NONOSTANTE TUTTO
Nel suo libro, Frankl ci invita a considerare il valore della vita. Seguendo questa visione, è possibile trasformare ciascuna esperienza difficile e complessa in un personale trionfo e in un trionfo della vita stessa. È il principio del Post-Traumatic Growth, la crescita post-traumatica. Qualunque difficoltà ci troviamo ad affrontare, non dobbiamo mai smettere di credere nelle nostre risorse e potenzialità. Grazie a queste, possiamo non solo resistere e superare gli ostacoli ma anche trarne vantaggio, crescere, elevarci, per una versione migliore di noi stessi e della nostra vita.
LE DOMANDE COME BUSSOLA
Quello che spesso ci inchioda nella sofferenza e nella disperazione sono le domande che ci poniamo. Chiederci perché ci sia accaduto qualcosa, perché dobbiamo soffrire, perché sia capitato proprio a noi, significa porre l’accento sull’evento, sull’accaduto, su un accadere su cui non abbiamo un potere diretto. Chiederci, invece, come possiamo affrontarlo, come possiamo reagire, cosa possiamo trarne a nostro favore, significa spostare l’accento su noi stesse/i, unico ambito su cui possiamo esercitare un potere.
Ciò che ha fatto la differenza tra Frankl, uscito vivo dalla sua esperienza ed altri testimoni morti in quelle circostanze o successivamente per il peso del dolore, sono state le domande che si sono posti. Lui non si è chiesto perché fosse accaduto tutto quello che era accaduto né il perché di tutta quella sofferenza ma si è chiesto come lui fosse riuscito a tornare, a non soccombere, che cosa di sé lo avesse aiutato.
NIENTE E NESSUNO PUO’ TOGLIERCI LA LIBERTA’
Per quanto difficili possano essere le condizioni di vita in cui possiamo trovarci, rimane ben salda una certezza: la libertà di come reagiamo di fronte a quello che ci accade. Lo stesso Frankl, nel suo libro, afferma “tutto può essere tolto ad un uomo ad eccezione di una cosa: l’ultima delle libertà umane, poter scegliere il proprio atteggiamento in ogni determinata situazione, anche se solo per pochi secondi”. Di ogni situazione, infatti, noi facciamo le nostre valutazioni a cui seguono azioni e comportamenti. Se dentro queste valutazioni c’è il dramma, la confusione, il rifiuto, la disperazione tutte le nostre scelte andranno verso un abbattimento personale, l’impotenza e la rinuncia. Se dentro queste valutazioni c’è la speranza, la fiducia, l’accettazione, il coraggio tutte le nostre scelte andranno verso una capacità di reazione. Nei momenti di disperazione, ricordiamoci che niente e nessuno può toglierci la libertà di scegliere quale atteggiamento assumere in ogni determinata situazione della vita.
L’AMORE, IL PUNTO PIU’ ALTO
Che cosa può salvarci davvero da incertezza, dolore, sofferenza, impotenza? L’amore! L’amore è il valore assoluto, il punto più alto al quale l’essere umano possa innalzarsi, come dichiara Frankl. Questo sentimento universale è il vero senso dell’esistenza, come lo stesso Frankl mette a fuoco nel corso della sua esperienza di internamento. Il ricordo della moglie, del tempo trascorso insieme, restituisce a Frankl l’esperienza del bello e del buono, di cui le sue condizioni di quel momento lo avevano privato.
Soffermarsi sull’amore che proviamo verso qualcuna/o, a prescindere che sia fisicamente vicina/o a noi, consente a ogni donna e a ogni uomo di realizzare se stessa/o. La contemplazione amorosa consente di intrattenere un filo continuo con l’altra/o, costruendo dialoghi immaginari, fantasticando di possibili incontri o semplicemente ricordando scene di un passato che, in certi momenti, ci solleva da un presente insostenibile.
LA PAROLA A VIKTOR FRANKL
“La libertà spirituale dell’uomo, quel bene che nessuno può sottrargli finché non esala l’ultimo respiro, fa sì ch’egli trovi, fino al suo ultimo respiro, il modo di plasmare coerentemente la propria vita. Poiché non ha senso solo la vita attiva in cui l’uomo ha la possibilità di realizzare dei valori in modo creativo; e non ha un senso solo la vita ricettiva, cioè una vita che permette all’uomo di realizzarsi sperimentando la bellezza nel contatto con arte e natura; la vita conserva il suo senso anche quando si svolge in un campo di concentramento, quando non offre quasi più nessuna prospettiva di realizzare dei valori, creandoli e godendoli, ma lascia solamente un’ultima possibilità di comportamento moralmente valido, proprio nel modo in cui l’uomo si atteggia di fronte alla limitazione del suo essere, limitazione imposta con violenza dall’esterno. La vita creativa e quella ricettiva gli sono da tempo negate. Ma non solo la vita creativa a quella ricettiva hanno un senso: se la vita ha un significato in sé, allora deve avere un significato anche la sofferenza. La sofferenza, in qualche modo, fa parte della vita – proprio come il destino e la morte. Solo con miseria e morte, l’esistenza umana è completa!”.
DOMANDE DI CONSAPEVOLEZZA
- Quale libro hai letto che ti ha lasciato importanti lezioni di vita?
- Come sei solita/o comportarti di fronte alle difficoltà?
- Quando hai bisogno di aiuto, ti è facile chiederlo a chi ti è accanto?
- Qual è il senso che dai alla tua vita? Per che cosa ti alzi ogni mattina?
- Tendi a farti più domande o a cercare più risposte?
L’Uomo in cerca di senso – Uno psicologo nei lager
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